Servizi - Gruppo
Mi occupo di pianificazione, sviluppo, messa in atto di Progetti rivolti a scuole e gruppi sportivi. Gestisco corsi di formazione-aggiornamento per educatori e insegnanti. Pianifico percorsi pedagogico clinici per team anche all'interno delle aziende con obiettivi specifici (incrementare la collaborazione, rafforzare leadership, stimolare dialogo, sollecitare la motivazione professionale) e molto altro.
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SCUOLE
"IL GIROTONDO DELLE EMOZIONI" - SCUOLA PRIMARIA
Il progetto coinvolge la sfera emotiva-affettiva, il corpo, la mente, la socialità degli alunni, nell’ottica di creare nuove disponibilità e armonie che influiscano positivamente su tutti gli aspetti di crescita-identità, e quindi anche di rendimento scolastico.
Propongo tre differenti laboratori di educazione socio-affettiva; per alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria. Il presupposto di partenza del progetto è che è possibile insegnare ai bambini ad affrontare costruttivamente le difficoltà fornendo loro strumenti che li rendano sempre più capaci di:
- Ridurre l’insorgere di stati d’animo eccessivamente negativi;
- Facilitare e potenziare le emozioni positive
- Autoregolarsi
Oggi più che mai l’educazione affettiva si rende necessaria; viviamo in una società in cui le percentuali di consumo di psicofarmaci salgono di anno in anno; in cui si abbassa la fascia d’età del primo approccio a sostanze stupefacenti e la devianza minorile si concretizza spesso in piccoli ma frequenti reati e/o forme di bullismo. Ecco che un’educazione specifica, rivolta all’affettività, si auspica, possa porre le basi per una piattaforma di lancio verso una vita meno caotica, confusa-fusa in modelli e schemi estranei e presi a prestito da culture lontane (che parla di emozioni negative e positive come se ci fossero emozioni da bandire e da estirpare dalla coscienza collettiva) e che possa sensibilizzare da subito quei bambini/e che saranno uomini e donne domani.
"PRONTI PARTENZA VIA!" - SCUOLA DELL'INFANZIA
OBIETTIVO: prevenzione delle più diffuse difficoltà d’apprendimento scolastico.
Il Progetto nasce dall’esigenza di proposte mirate per sostenere i bambini dell’ultimo (ed eventualmente penultimo) anno di Scuola dell’Infanzia nell’acquisizione e/o rinforzo di tutte quelle abilità-competenze necessarie per affrontare con successo l’inserimento alla Scuola Primaria. Molte difficoltà in ambito linguistico-comunicazionale e nell’organizzazione spazio-temporale risultano d’ostacolo all’apprendimento della lettura, scrittura e calcolo. Il progetto intende rimuovere questi ostacoli in fase previa per liberare il bambino da eventuali impedimenti e agevolarlo ad intraprendere il percorso scolastico con serenità e sicurezza.
La Legge 107/2010 prevede la necessità di formare gli insegnanti, in ogni scuola, innanzitutto alla prevenzione di disturbi che possono avere conseguenze nella sfera emotiva, cognitiva, sociale e motivazionale del bambino.
PERCORSI PEDAGOGICO CLINICI PROPOSTI NEL PROGETTO:
- Nell’ambito della FORMAZIONE DEL PERSONALE INSEGNANTE per consolidare le abilità d’osservazione dei bambini e per approfondire conoscenze e abilità con orientamenti utili al fine di prevenire i disturbi negli apprendimenti e i disordini comportamentali e socio-relazionali
- LABORATORI PER I BAMBINI dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia (con possibilità di laboratori anche per i bambini di 4 anni, modulati sui bisogni dell’età) con attività ed esperienze ludiche e divertenti rivolte all’ascolto di sé e dell’altro per il potenziamento di abilità e disponibilità finalizzate al rinforzo dell’equilibrio tonico-emozionale ed organizzativo-spaziale; percezione dello schema corporeo e sviluppo del linguaggio e di una funzionale comunicazione. I laboratori, attraverso esperienze vissute in relazione agli altri, permettono, inoltre, d’incrementare un processo di autostima e motivazione, migliorare abilità organizzative e favorire uno sviluppo emotivo e sociale.
- GRUPPI SULLA GENITORIALITÀ; il ruolo genitoriale si attiva con modalità che in estensione e ad eco aiutano il figlio a tradurre e concepire positivamente la vita. Tali modalità saranno promosse in un rapporto capace di agire sulla positività e rendere pregevole ogni caratteristica d’intesa, alimentato da stimolazioni e agevolazioni al confronto, da circolazione di idee e scambio di maturità su tematiche educative pregnanti e d’interesse comune.
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GRUPPI SPORTIVI
SUPPORTO PEDAGOGICO IN AMBITO SPORTIVO
ANALISI SITUAZIONALE
Le società sportive giovanili si trovano in questa epoca storica contraddistinta da una congiuntura di vari fenomeni sociali e di situazioni difficilmente gestibili. Una di queste riguarda la crescente complessità dei bambini e dei ragazzi di oggi che se da un lato si presentano come cognitivamente molto più preparati e stimolati di quelli di 20 anni fa, dall’altro sono molto spesso più instabili, desiderosi di punti di riferimento educativi e tendenti a sviluppare sindromi ansiose. A questo è da aggiungere la maggiore complessità nelle relazioni intergenerazionali; genitori con aspettative elevatissime, poco tempo da dedicare ai figli, famiglie in trasformazione...
Già questo basterebbe per giustificare il difficile ruolo delle società sportive ma non è finita qui.
Altro fenomeno assai rilevante è che i bambini spesso arrivano alle società in evidente stato di ritardo motorio o affetti da iperalimentazione (in Italia secondo i recenti dati ISTAT un bambino su tre è sovrappeso e uno su quattro è obeso ) o da sindromi a carico dell’apparato muscolo- scheletrico. I motivi sono diversi, ma senza dubbio non avere più un posto (per esempio il caro vecchio “cortile”) dove potersi muovere e giocare liberamente, sperimentare -sperimentarsi attraverso la relazione con l’altro, ha portato a limitare movimento, socialità, creatività e iniziativa. E poi il dilagare della TV e dei giochi tecnologici, la sempre minore disponibilità d’incontro con amichetti, cugini….L’ultimo decennio ha fatto registrare sensibili aumenti degli indici di attivazione alla pratica sportiva tra i bambini fra 3 e i 10 anni, mentre il 65% dei ragazzi tra 11 e 14 anni pratica in modo organizzato una disciplina: lo sport sembra essere diventato uno dei modelli di socializzazione più efficaci.
Inoltre in Italia l’attività motoria nella scuola materna e elementare è poca e marginale e questo ha fatto in modo che l’ipocinesi la facesse da padrone nelle vite dei nostri bambini che si presentano alla società sportiva spesso senza alcun bagaglio di esperienze motorie e con una consapevolezza ed una padronanza corporea in ritardo e tutta da costruire.
A questo si aggiunge la crescente multiculturalità della nostra società attuale che vede l’arrivo nella pratica sportiva infantile anche di molti bambini proveniente da altre lingue, culture e credenze tutte da integrare nello stesso contenitore sportivo-educativo.
Tutti questi fattori dipingono, quindi, un quadro molto complesso dove i maestri di sport ed i dirigenti devono agire per il meglio ricoprendo un ruolo educativo ancor prima che sportivo supportati prevalentemente dal buon senso che seppur importante non può bastare.
LA FIGURA DEL PEDAGOGISTA CLINICO® SPORTIVO
Il coinvolgimento di un pedagogista clinico® con formazione in ambito sportivo ha il primario obiettivo di apportare miglioramenti, aiutando gli esperti a trovare “soluzioni migliori” ai problemi, funge da facilitatore nella comunicazione tra allenatori e genitori, tra allenatori e bambini, finalizzando il suo intervento verso una condivisione più chiara degli obiettivi della società sportiva. Aspetto che prepara il terreno a un dialogo maggiormente funzionale dove ogni parte coinvolta “parli e comprenda la stessa lingua”.
Si apre la strada al cambiamento e all’informazione su temi basilari quali la metodologia dell’insegnamento dello sport, la psicomotricità e la psicopedagogia, la comunicazione col bambino e la gestione della risorsa rappresentata dai genitori, la gestione del gruppo eterogeneo per abilità attentive, disciplinari e di controllo del corpo e delle emozioni.
La pedagogia clinica in ambito sportivo si occupa anche di benessere e prevenzione è una disciplina eclettica e multiforme.
Sempre più società sportive giovanili si rivolgono ai professionisti del settore per tutelare la salute, l’educazione e la formazione di bambini e adolescenti al fine di permettere loro una migliore crescita come persone oltre che come atleti, per supportare il loro senso di competenza e di autostima anche di fronte alle difficoltà e agli insuccessi.
Questo tenendo conto delle connessioni tra gli aspetti della personalità, le motivazioni e le abilità mentali degli atleti in relazione agli altri (compagni di squadra, allenatori, preparatori atletici) e alle caratteristiche specifiche dello sport praticato.
AMBITI DINTERVENTO:
- CONCENTRAZIONE-ATTENZIONE
- MOTIVAZIONE
- GESTIONE DELLO STRESS ATTRAVERSO TECNICHE DI RILASSAMENTO PROGRESSIVO
- DINAMICHE DI GRUPPO E DI SQUADRA
- AGEVOLARE IL DIALOGO TRA TUTTE LE PARTI COINVOLTE
- SPORTELLO D’ASCOLTO PER GENITORI
- LAVORO IN TEAM CON GLI ALLENATORI PER LA GESTIONE DI CASI-SITUAZIONI SPECIFICI
TEMATICHE FORMATIVE NELL’AMBITO SPORTIVO:
IL GIOCO DI SQUADRA
- COME SOSTENERE LA GIUSTA MOTIVAZIONE NELLA PRESTAZIONE SPORTIVA
- GESTIRE I CONFLITTI TRA ALLENATORE-ATLETI E TRA I RAGAZZI
- L’ATTIVITA’ SPORTIVA COME PROPOSTA EDUCATIVA: COSA NON PUO’ MANCARE
- LA RELAZIONE CON I GENITORI DEI RAGAZZI ATLETI
- ESSERE EDUCATORE-ALLENATORE: CARATTERISTICHE DELL’ALLENATORE CENTRATO SUL SERVIZIO (E NON SU DI SE’)
- L’IMPORTANZA DEL DIVERTIMENTO NEL GIOCO DI SQUADRA
- LE EMOZIONI NELLO SPORT E LA LORO GESTIONE
- SPORT E AUTOSTIMA
- TECNICHE PER AUMENTARE LA CONCENTRAZIONE
- I DISTURBI DELL’ANSIA NEI RAGAZZI-ATLETI