Il pedagogista: metodologie e strategie d'intervento
Mai come in questo momento è più attuale parlare della figura del pedagogista che, finalmente, ha ottenuto il tanto meritato riconoscimento con la Legge 55 del 15 aprile 2024 che istituisce l'Ordine delle professioni pedagogiche ed educative.
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Mai come in questo momento è più attuale parlare della figura del pedagogista che, finalmente, ha ottenuto il tanto meritato riconoscimento con la Legge 55 del 15 aprile 2024 che istituisce l'Ordine delle professioni pedagogiche ed educative, entrata in vigore precisamente l'8 maggio 2024.
Nel corso del tempo la nostra professione si è arricchita di esperienza, metodo e strategie diventando determinante e insostituibile soprattutto in particolari ambiti (per esempio quello scolastico, ma non solo), compiti e ruoli troppo spesso “ricoperti” impropriamente da altri professionisti.
Nell'ambito dell'educazione e della formazione mi sento di affermare, con un pizzico di orgoglio, che è, quindi, la figura più importante: siamo professionisti che promuovono e supportano lo sviluppo cognitivo, sociale, emotivo e creativo non solo di bambini, ma anche di adolescenti e adulti.
Un esperto che utilizza le scienze pedagogiche per affrontare tutte quelle problematiche personali, di coppia, di crescita e di gruppo nell’ottica dello sviluppo e maturazione di particolari processi formativi.
Nonostante sia spesso associato all'educazione infantile, il campo di intervento del pedagogista è molto più ampio, e comprende ad esempio anche l'educazione speciale (disabilità…) o la pedagogia sociale.
In questo articolo cercherò di fare chiarezza sulle caratteristiche distintive di questa professione che fino ad oggi è stata sottovalutata, poco conosciuta nelle sue competenze e particolari strategie d’intervento. Molto spesso mi capita di essere “confusa” per una psicologa: ho volutamente scelto d’intraprendere questo tipo di professione e di continuare gli studi, specializzandomi in Pedagogia Clinica® presso l’Isfar di Firenze e ancora in Coordinamento delle Istituzioni scolastiche ed educative e successivamente sul Metodo di Arricchimento Strumentale di Feuerstein, su DSA e ADHD (e molto altro, perché chi sceglie di supportare sviluppo e formazione altrui non può permettersi di smettere di formarsi e migliorarsi come professionista) proprio per differenziarmi da un approccio puramente “clinico” come quello dello psicologo o dello psicoterapista che non si adatta alla mia visione di “aiuto” della persona o gruppo. Per personalità, ideologia e forma mentis ho sempre sostenuto l’importanza di non concentrarmi sulla “malattia” o su ciò che è carente nel soggetto, bensì sulle sue enormi potenzialità, disponibilità e risorse che, spesso si assopiscono, portando il soggetto a “perdersi” in stati di profondo sconforto, ansia e ritiro sociale. Puntare sull’autoefficacia, sostenendo il rinforzo ergico dell’io, senza ricordare continuamente il problema, o la difficoltà, o il disturbo (che il soggetto conosce già benissimo!), mi ha dato modo, negli anni, di verificare quanto sia determinante per riportare la persona ad avere controllo e stima di sé stessa, con autonomia, indipendenza e orgoglio (evitando quelle “dipendenze” dallo psicologo che spesso lo legano a lui per il resto della vita).
Un altro aspetto, assolutamente da non trascurare e che ci differenzia sostanzialmente da tutte le altre professioni è la nostra capacità di non settorializzare gli interventi, ovvero di accogliere la persona in tutte le sue caratteristiche e particolarità. Il nostro approccio è sempre olistico, globale. Un soggetto arriva in studio per un disturbo dell’apprendimento? Il percorso che progetterò ad hoc per lui non coinvolgerà solo la dimensione cognitiva, ma si arricchirà di tecniche e metodi che attiveranno anche tutte le altre (sociale, affettiva, motivazionale, fisica…), questo è ciò che permette di aumentare le possibilità di sicuro successo, perché si potenzia ogni caratteristica della persona, nella sua meravigliosa complessità e spesso i disagi e le difficoltà sono associati anche a tutti gli altri aspetti, o per lo meno, ne vengono condizionati. Alla luce di questo, posso affermare che, sicuramente, gli ambiti per i quali si richiede aiuto, molto spesso si sovrappongono a quelli dello psicologo, tuttavia le modalità d’intervento e le strategie adottate nella relazione d’aiuto, sono completamente diverse!
CHI È E COSA FA IL PEDAGOGISTA?
Come abbiamo detto prima, il pedagogista è un professionista che si occupa dell'educazione e della formazione dell'individuo nel suo intero ciclo di vita. Non parliamo quindi di uno psicoterapeuta, ma di un esperto che utilizza un metodo relazionale, educativo, dialogico e didattico per favorire lo sviluppo integrale delle persone. Il suo approccio d’intervento è olistico, comprende e accoglie ogni dimensione costitutiva dell’individuo: sociale, emotiva-affettiva, cognitiva, fisica, morale.
Tra le sue mansioni rientrano:
- la consulenza pedagogica;
- la progettazione e gestione di interventi educativi;
- l'attività didattica e di ricerca;
- il monitoraggio e la supervisione di interventi educativi.
I suoi interventi sono finalizzati a:
- EDUCARE, ovvero "tirare fuori" (ex-ducere) le potenzialità dell'individuo;
- Aumentare il livello di adattamento e coinvolgimento della persona in ambito sociale;
- Potenziare la consapevolezza che gli utenti hanno delle proprie capacità, aumentando l'autostima della persona, il senso di autoefficacia, l'autodeterminazione;
- Far luce su risorse individuali per accompagnare la persona verso un'appropriazione consapevole del proprio potenziale.
Il pedagogista si occupa anche del trattamento di BES (Bisogni Evolutivi Speciali), DSA (dislessia, discalculia, disgrafia), ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività) e di molte altre difficoltà scolastiche, fornendo supporto per la risoluzione dei problemi relazionali tra genitori e figli o legati alla sfera formativa e relazionale dei bambini/ragazzi.
CARATTERISTICHE DEL PEDAGOGISTA
Come accennato nell’incipit, la professione di pedagogista è ad oggi disciplinata dalla Legge 55 del 15 aprile 2024 che istituisce l'Ordine delle professioni pedagogiche ed educative, entrata il vigore l'8 maggio 2024.
Per esercitare la professione è richiesta una laurea con almeno 5 anni di formazione universitaria di tipo multidisciplinare che comprende materie umanistiche e sociali, quali: la pedagogia, la psicologia, l'antropologia, la sociologia, la metodologia della ricerca sociale ed educativa, la filosofia, la storia e alcune discipline mediche. Svolge funzioni di consulenza, progettazione, gestione, coordinamento dei servizi, intervento, supervisione, valutazione pedagogica, in vari contesti educativi e formativi, sia nei comparti socioassistenziale e socioeducativo, sia nel comparto sociosanitario con riguardo agli aspetti socioeducativi, nonché attività didattica, di ricerca e di sperimentazione.
In particolare il pedagogista è in grado di assumere ruoli qualificati nelle seguenti aree:
- Scolastica: servizi di consulenza pedagogica nei Centri d’informazione e consulenza delle scuole di ogni ordine e grado, coordinamento pedagogico speciale, progetti di intervento speciale per soggetti disabili, progetti di prevenzione del disagio sociale, della dispersione scolastica, del bullismo; servizi per l'orientamento, servizi di dopo-scuola e attività educative extrascolastiche, servizi specialistici (potenziamento e recupero) per utenti con bisogni educativi speciali (BES) e/o disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) e in centri di formazione professionale; negli istituti superiori, come docente di cattedra e docente di sostegno; curare l'aggiornamento in servizio degli insegnanti su incarico degli Uffici scolastici regionali.
- Socio-educativa, socio-assistenziale e socio-sanitaria: centri socio-educativi, centri occupazionali diurni, centri di accoglienza per disabili, asili nido, cooperative di lavoro deputate all'accoglienza delle persone con disabilità, oratori e ludoteche, centri di aggregazione giovanile, consultori, centri per le famiglie, servizi di sostegno alle famiglie, servizi di mediazione familiare, comunità residenziali per disabili, comunità residenziali per minori, servizi per minori stranieri, servizi di operatori di strada, clownterapia, servizi socio-culturali, informa-giovani, servizi socio-educativi degli enti locali, servizi per la tutela dei diritti dell'infanzia, cooperative sociali; centri di recupero per tossicodipendenti; servizi educativi in carcere; telefoni rosa e azzurri, e centri per la violenza su donne e su minori; servizi per l'inserimento lavorativo mirato per soggetti disabili o problematici per quanto riguarda la consulenza pedagogica e la progettazione educativa.
- Giuridica: affido, adozione, situazioni di abuso, violenza e maltrattamento di donne e minori, criminalità minorile, nuove dipendenze adolescenti e adulti, divorzi, consulenze tecniche in cause e indagini civili e penali (compreso il ruolo di giudice onorario non togato).
- Privata: il pedagogista può esercitare la professione in qualità di dipendente o di libero professionista in tutti i settori previsti dal ruolo.
Fonte: Pedagogia - Wikipedia
IL PERCORSO DI STUDIO DEL PEDAGOGISTA
Per diventare pedagogista è necessario, innanzitutto, laurearsi in Scienze dell'Educazione e della Formazione per apprendere le basi teoriche e pratiche della pedagogia.
Ma la laurea triennale non basta: è necessario proseguire con una laurea magistrale specifica in grado di approfondire le competenze e le conoscenze per fare la differenza sul campo.
Il primo passo, quindi, è quello di completare la laurea triennale L-19 in Scienze dell'Educazione e della Formazione.
Per conseguire la qualifica di pedagogista la laurea triennale non basta, serve la laurea magistrale. È possibile scegliere diverse discipline, come la LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi, la LM-57 Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, la LM-85 Scienze pedagogiche e la LM-93 Teorie e metodologie dell'e-learning e della media education.
L'esame di abilitazione coincide con la discussione della tesi di laurea magistrale.
LE COMPETENZE NECESSARIE
Per diventare un bravo pedagogista è necessario possedere una serie di competenze specifiche che vanno al di là della mera conoscenza nozionistica-teorica:
- Conoscenze psico-socio-pedagogiche: essere in grado d’applicare sul campo le teorie dell'educazione e della formazione (interiorizzate negli studi) per rispondere in modo efficace alle esigenze delle persone;
- Saper comunicare in modo efficace: essenziale per trasmettere informazioni e idee in modo chiaro e comprensibile;
- Creatività e problem-solving: aiuta il pedagogista a ideare soluzioni innovative per risolvere problemi o affrontare nuove sfide;
- Competenze di valutazione e analisi: permettono al pedagogista di monitorare e valutare i progressi dell'individuo e di adattare, con flessibilità, i piani di intervento in base ai bisogni;
- Empatia: il pedagogista deve essere in grado di comprendere e condividere i sentimenti degli altri per stabilire una relazione di fiducia;
- Capacità d’adattamento e di collaborazione: aspetti fondamentali in un ambiente in continuo cambiamento come quello dell'educazione e della formazione;
- Formazione continua per la vita: rimanere aggiornati per rispondere alle nuove sfide del campo dell'educazione;
- Etica e professionalità: mantenere sempre un comportamento serio, corretto e appropriato al proprio ruolo, nel rispetto dei principi etici della professione.
LE DIVERSE FIGURE DEL PEDAGOGISTA
Nel campo della pedagogia, esistono diverse figure, ciascuna con mansioni e competenze specifiche:
- Il Pedagogista clinico®, per approfondire clinicalpedagogy.com, che può lavorare in ambito scolastico, sportivo, aziendale, ma soprattutto come libero professionista, anche in equipe all’interno di Centri o poliambulatori polispecialistici, collaborando con psichiatri, logopedisti, psicologi, psicomotricisti (ma anche con medici sportivi, nutrizionisti, ortottici…) per la gestione di casi complessi relativi all'apprendimento, all’educazione alimentare o al comportamento (e molto altro);
- Il pedagogista infantile, prodigo allo sviluppo e all'educazione dei bambini. Questo professionista lavora in contesti educativi come asili nido, scuole dell'infanzia o centri diurni, dove supporta lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini anche attraverso attività didattiche e ludiche;
- Il pedagogista giuridico, che si occupa di questioni relative alla tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Questo professionista può lavorare all'interno dei tribunali per i minorenni, comunità di accoglienza o scuole, dove si occupa di prevenire e gestire situazioni di disagio, di devianza o di conflitto.
DOVE PUO’ LAVORARE IL PEDAGOGISTA?
Le opportunità di lavoro sono numerose e vanno selezionate in base alle prerogative personali, perché è oramai chiaro che, la sua non è una semplice professione, diventa una vera e propria Mission, per questo non tutti sono adatti a spendersi in qualsiasi contesto. Diverse sono le istituzioni e i settori, tra cui scuole, enti locali, ASL, servizi del Ministero della Giustizia, aziende, università e imprese.
Un altro ambito di lavoro molto importante è quello degli enti del privato sociale, dove può occuparsi di progetti di inclusione e integrazione.
Ma questa professione può essere determinante ed efficace anche all'interno delle aziende: formazione e sviluppo del personale, progettazione e gestione di percorsi di cambiamento organizzativo o d’interventi di welfare aziendale.
Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto.
Carlo Maria Martini
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