Educare è un'arte: fare i capricci un bisogno
Oggi vi propongo un episodio, uno tra tanti, che ognuna di noi, come mamma può aver vissuto con i propri figli piccoli.
Tempo di lettura: 6 minuti
Davide con mamma e papà sono a cena da amici. Davide è un bambino vivace e adora muoversi.
Inizia a correre intorno al tavolo del salotto, ride e scherza con Ilaria (figlia degli amici). Come succede spesso esagera e cade. La mamma lo rimprovera “Ti ho detto che non si corre!” si alza e lo sculaccia. Davide le fa la linguaccia e risponde “Blutta!”. “Ah.. Sì? Papà forza telefona all’altra mamma… dato che io sono brutta!” Davide urla “Nooo!” Mordendosi il labbro inferiore, inizia a tirare calci alla mamma che reagisce mettendolo in punizione seduto.
Finiti i 5 minuti di punizione Davide si alza dalla sedia ma si rifiuta di giocare con Ilaria, la spinge via in malo modo, in seguito le strappa i giochi dalle mani, facendola piangere.
Spesso, da mamme, la domanda che ci facciamo a seguito di un episodio simile è:
Che cosa posso fare per correggere il comportamento di mio figlio?
Sicuramente essere a casa di amici non aiuta, ci sentiamo osservate, a disagio, spesso guardandoci intorno, ci chiediamo in cosa stiamo sbagliando e iniziano ad aleggiare nella nostra mente giudizi infausti su noi stesse, iniziamo a pensare di non essere poi così in gamba come mamme, visto i “risultati”. Ebbene innanzitutto mi sembra corretto stabilire dei parametri temporali di valutazione sul proprio operato di mamma: NESSUNO, NEANCHE NOI STESSE, POSSIAMO TIRARE LE CONCLUSIONI DEL NOSTRO LAVORO DA GENITORE PRIMA DEI 25-30 ANNI DEI NOSTRI FIGLI…quindi mettiamoci l’anima in pace. Il nostro compito è e sarà ancora per molti anni, quello di attrezzarli per una vita che nella sua parte più lunga non sarà una vita con noi e per noi.
Dovremmo aiutarli a sviluppare con pienezza i propri doni affinché possano spenderli nel mondo, ma ricordiamoci che un percorso normale di crescita prevede avanzamenti e cadute, successi e difficoltà, soddisfazioni e frustrazioni per i nostri bambini, ma anche per noi genitori!
Quindi al bando sentimenti decisamente prematuri, d’incompetenza, d’inadeguatezza rispetto al nostro essere mamme. Anche noi, come i nostri bambini, abbiamo bisogno di imparare, di crescere con loro, di tentare e ritentare e quando finalmente una strategia sembra funzionare, dobbiamo essere pronte e avere il coraggio di saperla cambiare al momento giusto. Perché nulla rimane mai uguale a se stesso, né noi, né i nostri figli… Ecco una grande verità: le strategie più efficaci sono quelle al passo coi cambiamenti… ormai tutte noi sappiamo che non esistono ricette valide sempre per tutti e in ogni situazione…sarebbe troppo facile! Però posso rassicurarvi sull’esistenza di modalità d’approccio e forma mentis decisamente vincenti un po’ in ogni situazione. Una di queste riguarda proprio la domanda: Che cosa posso fare per correggere il comportamento di mio figlio? Che andrebbe cambiata con: Di che cosa ha BISOGNO mio figlio? Che cosa mi sta comunicando con questo capriccio incontrollabile, con questo atteggiamento di chiusura o protesta?
L’Amore è la base
- Nell’educare i nostri figli tutto DIPENDE dal nostro rapporto con loro
- Nulla è EFFICACE se il bisogno d’amore di un bambino non è soddisfatto
- Noi possiamo amare moltissimo i nostri bambini, ma loro possono ugualmente sentirsi NON amati! Molte di voi si chiederanno ma come è possibile? Io vivo per i miei figli! Tutto quello che faccio, compresi i sacrifici enormi sono solo per loro! E allora PERCHE’ questo succede?
Ogni bambino ha una sorta di “serbatoio d’amore” che deve essere continuamente riempito. (A proposito anche noi lo abbiamo… ricordiamolo ai nostri partner). Quando i nostri figli si sentiranno amati, sarà più facile educarli e se necessario disciplinarli, rispetto a quando il loro serbatoio è vuoto e il malessere che sentiranno dentro di loro li porterà a comportarsi in maniera oppositiva, di sfida nei nostri confronti. Con il “serbatoio pieno” agiranno come “devono” e svilupperanno le loro potenzialità, ma il loro serbatoio emozionale va riempito solo con un tipo d’amore particolare:
AMORE INCONDIZIONATO
(amore pieno, che accetta e incoraggia un bambino per CHI E’ e non per quello che fa)
Amiamo il nostro bambino a prescindere da:
- Le doti che ha o che noi vorremmo che avesse
- I suoi limiti e le sue difficoltà
- Come agisce (denigriamo i comportamenti sbagliati, ma non lo squalifichiamo per ciò che fa, offriamo e manifestiamo sempre amore a nostro figlio)
Prima di proporre qualsiasi forma di EDUCAZIONE o DISCIPLINA efficace è necessario essere certi che i nostri bimbi sentano realmente il nostro amore incondizionato. Solo così, ovvero quando il bambino si sente amato, risponderà alla guida del genitore senza risentimento, obbedendo di buon grado. Ricordiamoci che per i nostri bambini noi siamo le persone più importanti di questo mondo, oserei dire che più i bambini sono piccoli, più noi mamme rappresentiamo il loro mondo. Quindi non nascono con l’idea di farci “impazzire” o di “metterci in difficoltà” volontariamente, magari anche d’avanti ad amici e parenti. Quando succede è proprio perché vista l’importanza che abbiamo, a noi e solo a noi, rivolgono la loro richiesta d’aiuto.
Il come amiamo renderà i nostri bambini:
- INSERITI BENE NEL CONTESTO SOCIALE
- SICURI
- SERENI
- FELICI
Diversamente li avremo:
- ADIRATI
- INAVVICINABILI
- IMMATURI
Come gestire il conflitto affinché passi amore anche quando dobbiamo rimproverarli?
- Dedicare tempo e pazienza al bambino
- Più il bimbo è attivo e vivace, più bisogna impegnarlo in compiti anche difficili (che lo portino a chiedervi aiuto, questa dipendenza servirà per trasformare l’opposizione in relazione d’aiuto= collaborazione)
- Occuparlo saggiamente(spiegando, preannunciando i pericoli, ma permettendogli anche di averne esperienza…GUADAGNEREMO CREDIBILITA, PRESTIGIO DI AUTORITA)!
- DIRGLI: TI VOGLIO BENE! TANTE VOLTE NEL CORSO DELLA GIORNATA, NON DIAMOLO MAI PER SCONTATO, NEANCHE CON FIGLI GRANDI, ADOLESCENTI CHE SEMBRANO INFASTIDITI DALLE NOSTRE ATTENZIONI!
- DIAMO SEMPRE LA POSSIBILITA’ AL BAMBINO DI “REDIMERSI” , SPRONANDOLO CON FIDUCIA A RIPROVARCI NEL “MODO GIUSTO”
- NO A PUNIZIONI E CASTIGHI FINE A SE STESSI, NON EDUCANO, NE’ INSEGNANO NULLA, MORTIFICANO E BASTA. LE “PUNIZIONI” PER ESSERE EDUCATIVE DEVONO INSEGNARE QUALCOSA DI BUONO, QUINDI SI A QUELLE DIRETTAMENTE LEGATE AL COMPORTAMENTO SCORRETTO DEL BAMBINO. Per esempio ad un bambino che lancia i giochi, invece che usarli correttamente o riporli, si potrà spiegare che gli verranno tolti fino a quando non imparerà ad usarli bene… Naturalmente da lì a poco chiederemo al bambino se se la sente di dimostrare che ce la può fare, offrendogli la possibilità di ricompiere l’azione in modo corretto… azione che verrà gratificata con abbracci e coccole. IL BAMBINO IN QUESTO MODO AVRA’ CHIARO QUALE COMPORTAMENTO MAMMA E PAPA’ SI ASPETTANO DA LUI! E NOI POTREMO TIRARE UN BEL RESPIRO…
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