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Report dell'incontro per genitori sull'autostima

Evento svoltosi il 6 Aprile 2024 dal titolo "Autostima: punto di partenza o di arrivo?"

Report dell'incontro per genitori sull'autostima

7 minuti

Clicca qui per leggere l'articolo introduttivo all'evento.


AUTOSTIMA

Valore che attribuiamo a noi stessi, grado di accettazione di sé, fiducia nelle proprie capacità e nel saper affrontare la “vita”. Rappresentazione mentale, psicologica che abbiamo di noi stessi.

Alla luce di quanto sopra: maggiore sarà la sensazione che ho di riuscire in ciò che faccio, più elevata sarà la mia autostima, viceversa, con una bassa fiducia nelle mie capacità mi sentirò inadeguato, quindi sarò inibito ad agire e tentare, di conseguenza avrò conferma del mio “scarso valore” (penso di non farcela, non tento, non perseguo risultati di successo, confermo la mia incapacità, in linea con il concetto di profezia che si auto-adempie).

Una bassa autostima incide negativamente in ogni ambito di vita: scuola, lavoro, relazioni sociali e ci limita nelle scelte e nelle azioni. A tutti capita di sentirsi insicuri o non all’altezza in qualche situazione, questo è assolutamente normale e, anzi, rappresenta una preziosa occasione di crescita personale e di miglioramento. Il problema nasce quando questo senso d’inadeguatezza è così frequente da condizionare negativamente la qualità della nostra vita. In questo caso anche dinnanzi a successi tenderemo ad attribuirne i meriti a fattori esterni: la fortuna, l’aiuto di qualcuno, la giornata giusta.

A questa prima riflessione è seguita la presentazione di tutti i genitori partecipanti che, con straordinaria autenticità, hanno apportato contributi preziosissimi al gruppo, anche molto delicati e personali (e per questo li ringrazio di cuore!). Vissuti critici, spesso molto dolorosi propri o dei rispettivi figli che, inevitabilmente, hanno condizionato negativamente la concezione di sé stessi, in termini di fiducia, capacità, iniziativa. Questo ci ha permesso di approdare alla consapevolezza che il nostro agire, le nostre ansie, le nostre preoccupazioni di genitori influiscono sull’autostima e sulle scelte dei nostri figli. I bambini/ragazzi apprendono soprattutto dagli esempi che vedono e dai modelli che hanno, non solo da ciò che gli viene detto verbalmente. L’ansia del genitore rischia d’influenzare la sicurezza personale, spesso i figli hanno paura di dire e fare determinate cose solo per non accrescere l’ansia del genitore. Se vivono con un genitore che si allarma per tutto, difficilmente si sentirà libero di confidarsi o chiedere aiuto. È importante fungere da contenitore, trasmettendo sicurezza ai figli, soprattutto quando sono piccoli.

Segnali di una bassa autostima:

  • Postura di chiusura, spalle ricurve, tono di voce flebile, testa china verso il basso, sguardo sfuggente;
  • Fatica a prendere iniziativa nelle attività o nelle relazioni con gli altri;
  • Apparentemente timido, insicuro o, viceversa, irritabile, spavaldo e aggressivo;
  • Si chiude spesso in sé stesso, preferisce attività solitarie;
  • Reagisce male alle critiche e ai giudizi, vivendoli come attacco alla sua persona;
  • Ѐ rinunciatario e passivo, teme i cambiamenti;
  • Ha difficoltà a gestire le frustrazioni e gli insuccessi, si demoralizza o ha reazioni emotive intense quando riceve delle critiche;
  • Ha una cattiva opinione di sé stesso, tende a sminuirsi e a sottovalutare le sue capacità e risorse;
  • Pensieri pessimistici generalizzati: crede di non farcela, rimugina sulle stesse cose;
  • Fa spesso confronti con altri suoi coetanei;

Partendo dalle diverse esperienze personali, abbiamo estrapolato alcune buone indicazioni su come aiutare i propri figli ad aumentare l’autostima, riconoscere i propri successi, comprendere gli errori per migliorarsi.

 

Per praticità suddividerò consigli utili per bambini e, successivamente, più specifici per adolescenti.

Consigli per aumentare l’autostima dei bambini:

  • Sottolineare i punti di forza del bambino, ricordando i suoi successi;
  • Condividere tempo di qualità con il proprio bambino, anche solo una volta alla settimana fare qualcosa insieme senza affrontare argomenti spiacevoli o fastidiosi, semplicemente divertendosi insieme;
  • Esporre sul frigorifero o in cameretta disegni, “diplomini” vari che evidenzino i successi del bambino, sarà fonte di orgoglio per lui e per tutta la famiglia;
  • Disapprovare il comportamento negativo, ma mai il bambino: “ti sei comportato male” piuttosto che “sei un bambino cattivo”;
  • Ascoltare il “dialogo interno” del bambino, ovvero ciò che dice a sé stesso mentre gioca o disegna “Uff, questo non lo so fare, è troppo difficile per me”;
  • Far praticare le attività sportive più adatte alle caratteristiche del bimbo: lo sport è importante, ma ancora di più è scegliere quello più appropriato a nostro figlio, piuttosto che imporgli quello che piacerebbe a noi;
  • Aiutarlo a porsi piccoli obiettivi raggiungibili, scomponendo i diversi compiti in piccoli passi. In questo modo nulla è impossibile!
  • Amarlo così com’è, accettare i suoi limiti e i suoi punti di forza: rinunciare all’idea di un bambino perfetto (nessuno lo è!), valorizzare le sue qualità e caratteristiche distintive;
  • Risolvere i problemi insieme, senza sostituirsi a lui;
  • Attribuire i risultati all’impegno e non al caso o alla sorte e soprattutto lodare l’impegno, piuttosto del risultato!

 

Bambini che giocano

 

Consigli per sostenere l’autostima di figli adolescenti:

  • OSSERVARLO E ASCOLTARLO per capire e accogliere il suo tono emotivo, nel farlo cerchiamo di astenerci dal giudizio;
  • NON SMINUIRE I SUOI RACCONTI E VISSUTI, ricordarsi di valorizzare la sua opinione, indipendentemente che sia condivisa o meno. Il ragazzo deve percepire che ci interessa quello che ha da dire e quello che pensa, altrimenti si chiuderà in sé stesso e non si confiderà più con noi;
  • EVITARE I PARAGONI: ognuno è diverso con caratteristiche proprie, se non vogliamo l’omologazione di massa, evitiamo di volerlo come qualcun altro;
  • INTERCETTARE E RINFORZARE LE SUE RISORSE: spesso non è consapevole delle risorse che ha, importante è aiutarlo a individuarle per poterne disporre;
  • GRATIFICARE, SENZA ESAGERAZIONI per evitare pressioni eccessive o insinuare la paura di deluderci, oltretutto eccedere in gratificazioni non realistiche ci farebbe perdere credibilità ai suoi occhi;
  • RASSICURARE SULL’ASPETTO FISICO: in adolescenza, è risaputo quanto sia importante l’aspetto fisico, spesso il ragazzo non si piace, teme di essere preso in giro. Evitiamo di fare battutine sarcastiche anche se in buona fede, aiutiamolo a valorizzare le sue caratteristiche distintive e ad apprezzarle;
  • EVITARE DI SOSTITUIRSI A LUI E DI PROTEGGERLO TROPPO: abituarlo ad appoggiarsi a noi in ogni situazione critica non gli permetterà di sperimentare la sua autoefficacia, aspetto necessario per acquisire sicurezza in sé stessi e nelle proprie capacità. Inoltre potrebbe capitare che il ragazzo consideri scontato il nostro aiuto e dinnanzi alle difficoltà e insuccessi della vita, ci ritenga responsabili degli stessi “colpa tua che non mi hai insegnato a…, colpa tua che non mi hai educato abbastanza, colpa tua che non mi hai motivato nello studio”, trovando alibi disfunzionali dinnanzi a responsabilità o insuccessi.

 

Ragazzi felici che si abbracciano

 

Dal gruppo è emersa la consapevolezza che le nostre parole e i nostri comportamenti hanno un peso e condizionano profondamente i nostri figli, soprattutto i nostri GIUDIZI. Per un figlio è fondamentale sapere che un genitore nutre e nutrirà fiducia in lui, che lo accetta e crede nelle sue potenzialità. Un figlio più sicuro, è un figlio meno condizionabile dagli altri e dal gruppo, questo lo sottrarrà dall’omologazione social e sociale, rendendolo più autentico e indipendente (aggiungerei più libero!). Per questo è importante imparare a cogliere le insicurezze di un figlio e incoraggiarlo, evitando di rinforzare “etichette” con le quali alla fine si identificherà.

L’incontro si è concluso con la proiezione di un breve filmato sull'infortunio occorso a Derek Redmond durante le Olimpiadi di Barcellona 1992, semifinale dei 400m. Guarda il video.

 

Derek Redmond e suo padre olimpiadi Barcellona 1992
Derek Redmond con suo padre

 

Di seguito le considerazioni più importanti, emerse dal gruppo di genitori, sulle analogie tra il contenuto del breve filmato e il concetto d’autostima:

  • L’importanza dell’impegno, più del risultato;
  • Sostenere i figli nella crescita della loro autostima significa accompagnarli fino ad un certo punto e poi avere il coraggio e la saggezza di lasciarli proseguire da soli
  • Rimanere accanto ai nostri figli anche quando non condividiamo le loro decisioni;
  • Avere fiducia in loro;
  • Avere una buona autostima significa prendere decisioni che hanno un significato profondo per noi stessi, non per gli altri.

L’ultima grande verità emersa dal gruppo:

Può succedere di mettere in pratica uno per uno tutti i consigli e le indicazioni sopra menzionate e non raccogliere i risultati desiderati con i nostri figli. Come è possibile?

OGNI FIGLIO È DIVERSO, COME DIVERSI SIAMO NOI GENITORI, i nostri vissuti E LE SITUAZIONI CHE CI TROVIAMO AD AFFRONTARE, QUESTO NECESSITA DI PERSONALIZZARE GLI INTERVENTI: una strategia può funzionare egregiamente con un ragazzo e non con un altro.

“IN QUESTO STA IL DIFFICILE”: trovare la modalità più consona e appropriata per la mia particolare situazione e per mio figlio e, tuttavia, avere la flessibilità mentale per saperla cambiare, al momento giusto, perché, ricordo, una strategia può funzionare per qualche tempo e poi diventare inefficace, rivelandoci la necessità di metterne in atto un’altra.

Essere dei bravi genitori non significa non sbagliare mai, piuttosto avere la disponibilità e la flessibilità di rimettersi continuamente in gioco per ritrovare la strada che ci riconduce ai nostri figli, per continuare ad accompagnarli nel loro percorso di crescita e maturazione, nel meglio delle nostre possibilità.

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