Face to face con figli molto sensibili
L’ipersensibilità nella nostra società è valutata come un problema, invece è un dono meraviglioso!
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Mi sono trovata spesso a riflettere sulla profonda sensibilità che sovente mi capita di respirare lavorando face to face con adolescenti disorientati, tristi, demotivati, ma anche da mamma, impegnata a rispondere a domande e preoccupazioni insolitamente particolari, già in età precocissima, di mio figlio più piccolo. Così un po’ per professione e un po' per interesse personale ho deciso di approfondire il tema dell’ipersensibilità nei bambini e adolescenti.
In effetti non molti si sono occupati seriamente dell’argomento, cadendo un po’ nel tranello dei sintomi che l’ipersensibilità genera quando il bambino o il ragazzo inizia a percepirsi diverso, fuori posto, inadeguato rispetto ai suoi coetanei. E’ molto diversa dalla timidezza, direi che non centra proprio niente! Mio figlio, come molti ragazzi che ho modo di seguire hanno un’indole delicata, estrema vulnerabilità, ma allo stesso tempo sono ambiziosi e testardi, con un’innata predisposizione e desiderio di vivere la vita pienamente, in ogni sua sfaccettatura. Appaiono seri, timidi, discreti in apparenza, ma sono orgogliosi autocritici, hanno delle capacità di osservazione e di empatia assolutamente straordinarie che permette loro di captare in modo profondo e distinto emozioni altrui, umori, situazioni che ad altri ragazzi passano inosservati, sono accorti, attenti ai particolari, scrupolosi, responsabili, disponibili, intuitivi.
A questo proposito mi viene in mente un’immagine particolarmente eloquente di un film che ho visto e stravisto, con mia figlia, tante di quelle volte da non riuscirle a contare: “Twilight”. Mia figlia ne è assolutamente rapita e quindi quando mi chiede per l’ennesima volta di rivedere l’intera serie… accetto, mio malgrado, consapevole che arriverà un giorno (non molto lontano) nel quale mi eviterà accuratamente e la mia presenza non sarà più così apprezzata. E’ la parte nella quale Bella, la protagonista, diventa vampiro e tutti i suoi sensi si acutizzano così tanto da imprigionare immagini eccezionalmente particolareggiate come la rugiada su una ragnatela, una formica su una foglia (..) e il tutto mentre corre alla velocità “vampiro”, appunto.
Ecco, è un po’ così che immagino la percezione che hanno gli “ipersensibili”; un dono eccezionale, particolareggiato, che interessa la sfera sensoriale in un modo del tutto speciale…
E’ inutile dire che questa super sensibilità porta a vivere una vita emotivamente molto impegnativa con parecchia tensione da scaricare, soprattutto perché queste prerogative portano a percepire maggiormente i giudizi degli altri, i rifiuti, i conflitti, le opposizioni con i quali devono fare continuamente i conti. Questo li porta spesso ad una lotta interiore per adattarsi “a come li vorrebbe il mondo”, accantonando quindi l’ipersensibilità e con lei anche una parte di se stessi…. perdono il contatto con il proprio essere, si sentono sbagliati e nella lotta interiore per adeguarsi iniziano a dimenticarsi del proprio corpo che è il primo a farne le spese e a “farsi sentire” con disturbi vari (cefalee, disturbi gastro-intestinali, pressione toracica e molto altro), insomma, quella che in gergo viene chiamata somatizzazione. Naturalmente (tristezza, preoccupazione, insoddisfazione ecc.) è l’altra faccia della stessa medaglia.
Ebbene anche se ad oggi non esiste molto sull’argomento, un certo Ernst Kretschmer, neurologo e psichiatra, famoso tra noi specialisti per aver elaborato una teoria interessante sui tipi costituzionali (roba complicata), già nel 1920 aveva spiegato a livello scientifico le qualità degli ipersensibili, (lui li chiamava “reattivo-sensibili”) come persone che a livello cerebrale vantano particolarità ereditarie a livello di Amigdala e Corteccia prefrontale, quindi nulla d'inventato, nessuna malattia strana da curare, solo una diversità da conoscere e capire e io aggiungerei, da far comprendere soprattutto a questi bambini e ragazzi aiutandoli a conoscersi meglio, a diventare consapevoli delle loro straordinarie capacità sensoriali, riappropriarsi del corpo, di tempi più adeguati per incanalarle in modo funzionale, incrementando in loro autoefficacia e autostima. Così potranno essere in grado di sfruttare la loro capacità empatica nel lavoro di team, prevedere fluttuazioni del mercato prima di tutti gli altri, anticipare la risposta a bisogni familiari e molto altro con successo, soddisfazione e gioia! Un vantaggio enorme per loro e per chi li avrà vicini!
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